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di Francesca Paola Comolli
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UN’ITALIANA ALLA
BIENNALE DI BERLINO


 

 
UN’ITALIANA ALLA BIENNALE DI BERLINO
Difficile da immaginare, per un’italiana abituata all’impostazione veneziana, che la mecca dell’arte contemporanea organizzi una Biennale così silenziosa. Nessun cartellone pubblicitario, nessuna indicazione stradale, nessun evento collaterale che attiri l’attenzione dei più o meno intenditori durante la seconda settimana della 7ima Biennale tedesca.
Tra opere site specific irriconoscibili dall’arredo urbano – come “Peace Wall” dell’artista bosniaca Nada Prlja, che facilmente si confonde con i milioni di cantieri aperti in città, e l’opera “Re-branding European Muslin” del Movimento Pubblico, che si mimetizza con le altre campagne pubblicitarie che appestano i grattacieli – e ricostruzioni storiche – come quella dell’artista e storico Maciej Mielecki della Battaglia di Berlino del 1945, della quale rimane solo la documentazione fotografica dell’evento esposta negli spazi della Deutschlandhaus – lo smarrimento iniziale si trasforma in sbigottimento.
Molti i workshop, i dibatti e i congressi nella sede del KW Institute for Contemporary Art e negli altri epicentri dell’arte contemporanea berlinese, ma poche le opere.

Foto di Francesca Paola Comolli
"Network map of artist and political inclinations" di Burak Arikan, 2012

Foto di Francesca Paola Comolli Ingresso KW Institute
of Contemporary Art


Il pool curatoriale, composto dall’artista polacco Artur Zmijewski, la curatrice Joanna Warsza e il collettivo russo Voina, ha voluto essenzialmente creare una piattaforma nella quale condividere e lanciare messaggi politici e sociali più che un’esposizione d’opere. Un progetto molto simile a quello sviluppato per Manifesta7 che per ora però sembra deludere le aspettative.

Una biennale che, usando le parole espresse dai curatori, invita il “mondo dell’arte a divenire politicamente responsabile” e gli artisti a creare opere provocatorie, per urlare la propria rabbia verso un sistema politico, e di conseguenza verso il sistema curatoriale che ne deriva, che ostacola lo sviluppo culturale.
“Grazie al linguaggio delle arti visive abbiamo voluto dare la parola a differenti gruppi sociali che volessero esprimere i propri interessi e le proprie aspettative” Ha affermato Joanna Warsza intervistata da Artribune.
Aspettative chiare quelle dell’artista palestinese Khaled Jarr che sentenzia, con un’opera-timbro da imprimere sui passaporti o sui visitatori stessi, l’esistenza di uno stato non ancora riconosciuto.

All’interno della sede ritenuta tradizionalmente principale, il KW appunto, su una parete di una piccola sala è stata creata una mappa grafica del progetto ArtWiki. I curatori, infatti, in seguito all’ alto numero di richieste di partecipazione alla manifestazione e all’enorme consenso ottenuto dalla loro scelta di trattare tematiche socio-politiche, hanno deciso di realizzare uno spazio espositivo digitale, che funge anche da archivio consultabile, nel quale gli artisti sono suddivisi per inclinazione politica. L’idea dei curatori è che il sito http://artwiki.org/ArtWiki resti attivo anche dopo la chiusura della Biennale e venga, di edizione in edizione, aggiornato diventando una piattaforma grazie alla quale gli artisti possano interloquire, scambiarsi informazioni sulle loro attività ed esporre le proprie opinioni politiche.
 
Foto di Francesca Paola Comolli
"Peace Wall" di Nada Prlja, installazione site specific in via Friedrichstrasse
 
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INFO: BIENNALE DI BERLINO
La Biennale di Berlino è organizzata da KW Institute for Contemporary Art
www.berlinbiennale.de


Francesca Paola Comolli
Pubblicazione 16 Maggio 2012




Foto: Gianluca Vassallo
Francesca Paola Comolli
Francesca Paola Comolli, laureata in Storia dell’Arte al Dams
di Bologna nel 2009 ed in Comunicazione e Organizzazione per l’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 2012, collabora con alcune testate web scrivendo recensioni ed articoli di approfondimento sull’ambito artistico. Negli anni di studio ha compiuto esperienze formative presso gallerie e musei italiani ed ha avuto modo di organizzare la mostra “The Nest” alla Fondazione Maimeri di Milano nel luglio 2011.
 

 


 
 
 
 
 
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