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EVENTI news
a cura di Rebecca Mombelli
Corrispondente da Londra
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Yohji Yamamoto
Victoria & Albert Museum, London

Foto R.Mombelli

 

 

Yohji Yamamoto: grande retrospettiva
al Victoria & Albert Museum, London

Voglio che la gente indossi i miei abiti per almeno dieci anni, così chiedo ai miei collaboratori di produrre tessuti davvero forti, finiti. È qualcosa come disegnare vestiti militari.

 
Interno Victoria & Albert Museum - Foto R.Mombelli
Yamamoto - Foto R.Mombelli

A trent’anni dalla prima collezione presentata a Parigi dallo stilista giapponese, il londinese Victoria & Albert Museum ci propone una grande retrospettiva; allestiti i lavori principali in una grande sala al piano terreno, che ci guidano dalle prime produzioni femminili, alle sperimentazioni per la moda uomo e le varie collaborazioni, tra cui la più famosa quella con la marca sportiva Adidas, l’esposizioni prosegue per tutto il museo, focalizzandosi su alcuni aspetti particolari del lavoro di Yamamoto.

 
Perché, è da sapere, Yamamoto è sempre stato un outsider: il primo a sperimentare tessuti mai usati per l’alta moda, come i sintetici e il feltro; il primo a presentare delle collezioni uomo che fossero “lontani da completi e cravatte”, più “vagabondi”, per usare le sue stesse parole; il primo a presentare tagli che sembrano non finiti, vestiti abbondanti, materiali resistenti.
Ed è proprio questo aspetto che l’esposizione vuole sottolineare, l’attenzione e l’importanza che per lo stilista rivestono le “fabrics”, i materiali, i diversi tessuti. Tutti quelli utilizzati da Yamamoto sono prodotti nel natìo Giappone appositamente per lui, e diventano perciò unici e assolutamente rappresentativi; l’attenzione al tessuto richiama tra l’altro l’importanza che esso riveste nella moda giapponese, che non è, come spesso diventa in Occidente, solamente una gara di stile, ma è una via verso il vivere meglio. All’attenzione per il tessuto seguono quindi quella verso la produzione di abiti assolutamente originali, che nascono dall’uso di numerose e differenti tecniche (dalla maglia di lana, allo “yuzen” –la tecnica utilizzata nella produzione dei kimono- passando per il feltro e la colorazione a “shibori”) in maniera innovativa. Così nascono abiti da uomo ricamati, e pesanti cappotti da sera, il tutto senza che venga a mancare l’eleganza, la semplicità e la comodità.

 
Yohji Yamamoto - Interno Victoria & Albert Museum London - Foto R.Mombelli
 
In un modo come quello odierno, dove la moda è alla ricerca dell’innovazione e del profitto e sembra aver dimenticato l’utilità primaria del vestirsi, Yamamoto si distingue progettando opere che siano durature, sia nella materia che nella moda. E il Victoria & Albert Museum è stato in grado di offrire al grande pubblico un’immagine semplice e chiara di cosa dovrebbe essere la moda, facendo della stessa esposizione un’immagine di limpidità ed efficienza.
 
 

Yohji Yamamoto
Victoria & Albert Museum, London

website:
http://www.vam.ac.uk

Mostra visitata a Giugno - pubblicazione Luglio 2011

Rebecca Mombelli

 
 
Yohji Yamamoto - Interno Victoria & Albert Museum London - Foto R.Mombelli  



 
Rebecca Mombelli

Rebecca Mombelli, diplomata al liceo classico è laureata in Lettere Moderne, indirizzo
Storico-Artistico, all'Università degli Studi di Pavia, collabora con testate web per pagine di opinione e viaggi.
Interessata alla didattica museale ha frequentato il Laboratorio Bruno Munari di Milano, collaborando per
uscite didattiche ad alcune mostre d'arte con scuole elementari.
Attualmente vive a Londra.


 
 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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