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                                              EVENTI 
                                              newsa cura di 
                                              Rebecca Mombelli
 _______________________
  
                                              La 
                                              Transavanguardia a Palazzo Reale
 di 
                                              Milano
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                                              | Fino 
                                                  al 4. III. 2012La Transavanguardia 
                                                  a Palazzo Reale di Milano
 
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                                              | Aperta 
                                                  a Palazzo Reale a Milano 
                                                  il 24 novembre scorso la 
                                                  prima grande retrospettiva del 
                                                  gruppo italiano Transavanguardia, 
                                                  sotto l’ala protettiva 
                                                  delle commemorazioni per i 150 
                                                  anni dell’Unità 
                                                  d’Italia. La mostra, curata 
                                                  dal teorico del gruppo 
                                                  Achille Bonito Oliva, 
                                                  prevede l’esposizione 
                                                  di 15 opere per ognuno dei 5 
                                                  artisti del gruppo (Sandro 
                                                  Chia, Enzo Chucchi, Nicola De 
                                                  Maria, Francesco Clemente, Mimmo 
                                                  Paladino) scelte dagli 
                                                  stessi e verrà seguita 
                                                  da cinque personali degli stessi 
                                                  artisti in giro per l’Italia, 
                                                  in luoghi che sono ritenuti 
                                                  importanti per la cultura del 
                                                  nostro Paese nell’ultimo 
                                                  secolo e mezzo.   |   
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                                                          Transavanguardiagruppo artisti
 Foto dalla
 conferenza stampa
 della mostra
 
 
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                                              | La 
                                                  Transavanguardia nacque negli 
                                                  anni Settanta, in un 
                                                  clima segnato fortemente da 
                                                  tendenze concettuali e poveristiche 
                                                  e, come reazione a queste, non 
                                                  volle essere, come le Avanguardie 
                                                  storiche, rottura e completo 
                                                  rifiuto del passato, ma si promise 
                                                  di attraversare (da qui il prefisso 
                                                  trans-) le arti del 
                                                  passato in un movimento 
                                                  altalenante tra passato e futuro, 
                                                  tra citazione e creazione, azione 
                                                  e distruzione. Ferma restava 
                                                  però la volontà 
                                                  di un ritorno ad un arte pittorica, 
                                                  che riprendesse, proprio in 
                                                  contrapposizione alle altre 
                                                  correnti sue contemporanee, 
                                                  un fare artistico tradizionale, 
                                                  semplice, un ritorno 
                                                  al disegno e al colore, 
                                                  magari poi volto a rimpolpare 
                                                  e caratterizzare altre tecniche, 
                                                  quali l’installazione 
                                                  e la fotografia. Renato 
                                                  Barilli scrive, in 
                                                  Arte Contemporanea. 
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                                              | Da 
                                                  Cezanne alle ultime tendenze: 
                                                  “Agli eccessi di un’arte 
                                                  troppo estesa, fredda, concettuale, 
                                                  si ritiene pertanto di dover 
                                                  reagire con eccessi di manualità 
                                                  e di “calda” aggressione 
                                                  cromatica (calda anche nell’eccezione 
                                                  di McLuhan, in quanto riaccredita 
                                                  gli aspetti visivi e perfino 
                                                  le virtù della superficie 
                                                  dipinta con colori accesi e 
                                                  rutilanti)”. È, 
                                                  però, paradossale che, 
                                                  nati nella ricerca del calore 
                                                  di un arte che sentivano sempre 
                                                  più fredda e distante, 
                                                  si presentano addirittura gelidi. 
                                                  
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                                              |  |   
                                              | A 
                                                  sostegno di questa sensazione 
                                                  è il paragone 
                                                  con la parallela mostra-evento 
                                                  di Arte Povera, anch’essa 
                                                  volta a celebrare il movimento 
                                                  nel clima delle attività 
                                                  per i festeggiamenti dell’Unità 
                                                  italiana; Arte Povera, 
                                                  nella voluta semplicità, 
                                                  è un’arte difficile, 
                                                  concettuale, assolutamente nuova 
                                                  nell’espressione, internazionale, 
                                                  aperta a chiunque pensi di esserne 
                                                  vicino al modus operandi. Transavanguardia 
                                                  è invece un arte più 
                                                  facile, un ritorno al pennello 
                                                  e al disegno, un gruppo chiuso 
                                                  in quella formula 5+1 
                                                  cinque artisti più il 
                                                  critico; dovrebbe allora 
                                                  essere più vicina al 
                                                  pubblico, soprattutto quello 
                                                  più lontano dall’ambiente 
                                                  intellettuale, dovrebbe riuscire 
                                                  a parlare con un pubblico, italiano 
                                                  soprattutto, abituato ad affrontare, 
                                                  volente o meno, la nostra classica 
                                                  arte italiana quotidianamente. 
                                                  La sensazione 
                                                  è che invece la mostra 
                                                  milanese del gruppo rimanga 
                                                  un’auto-celebrazione, 
                                                  chiusa in una torre d’avorio 
                                                  volutamente innalzata intorno 
                                                  al gruppo; l’allestimento 
                                                  è povero e non dà 
                                                  nulla di aggiunto alle opere, 
                                                  con luci bianche costanti che 
                                                  tendono ad annoiare, e le sale 
                                                  ad infilata che mostrano man 
                                                  mano le 15 opere di 
                                                  ciascun artista, forse 
                                                  anche in un decrescendo da Nicola 
                                                  De Maria fino a Mimmo Paladino. 
                                                  Uniche spiegazioni sono i pannelli 
                                                  dell’introduzione di Achille 
                                                  Bonito Oliva e le biografie 
                                                  dei cinque artisti all’ingresso 
                                                  e poi,più approfondite, 
                                                  all’inizio di ogni sala 
                                                  personale.
 
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                                              | Forse 
                                                  Arte Povera, con la 
                                                  volontà di tirare le 
                                                  somme a quello che è 
                                                  stato, per scelta, un percorso 
                                                  aperto e completamente libero 
                                                  durato ormai più di trent’anni, 
                                                  è riuscita meglio nel 
                                                  dare una spiegazione alle proprie 
                                                  motivazioni, alla propria storia, 
                                                  ai propri artisti, in una mostra, 
                                                  in Triennale, coinvolgente e 
                                                  suggestiva. Transavanguardia 
                                                  invece, sia nella cornice 
                                                  di Palazzo Reale 
                                                  che è ormai diventata 
                                                  la voce del mainstream culturale, 
                                                  sia nella presentazione di se 
                                                  stessa, chiara, lineare e semplice, 
                                                  ma di una semplicità 
                                                  non profonda, non comunicante, 
                                                  sia, forse, nell’aver 
                                                  già nota la sua storia 
                                                  e le sue ragioni e anche già 
                                                  tracciata la sua critica e la 
                                                  sua teoria da quel “+1” 
                                                  che fa parte del gruppo, non 
                                                  arriva al pubblico, non ha il 
                                                  quid in più a rendere 
                                                  evento quella che è una 
                                                  mostra. Lasciamo però aperte 
                                                  le possibilità che un 
                                                  gruppo di riconosciuta 
                                                  fama internazionale 
                                                  può avere e aspettiamo 
                                                  le cinque personali 
                                                  che gireranno l’Italia 
                                                  nei prossimi mesi.
 
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                                                  INFOPalazzo Reale, Milano, p.zza 
                                                    Duomo
 24 novembre-4 marzo 2012
 LU 14.30-19.30 MA,ME, VE, 
                                                    DO 9.30-19.30 GIO-SAB 9.30 
                                                    – 22.30
 www.mostratransavanguardia.it
 
 
 Mostra 
                                                    visitata il 10 gennaio 2012
 Pubblicazione 
                                                    Febbraio 2012
 Rebecca 
                                                    Mombelli
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                                                | Rebecca 
                                                  Mombelli |   
                                                | Rebecca 
                                                    Mombelli, laureata a pieni 
                                                    voti in Lettere Moderne con 
                                                    indirizzo storico artistico, 
                                                    dopo un’esperienza lavorativa 
                                                    a Londra decide di seguire 
                                                    un corso di secondo livello 
                                                    in comunicazione e gestione 
                                                    del patrimonio culturale presso 
                                                    l’Accademia di Brera 
                                                    di Milano. Collabora con testate web 
                                                    per pagine di opinione e viaggi.
 Interessata alla didattica 
                                                    museale ha frequentato il 
                                                    Laboratorio Bruno Munari di 
                                                    Milano, collaborando per
 uscite didattiche ad alcune 
                                                    mostre d'arte con scuole elementari.
 
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