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a cura di Rebecca Mombelli
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Giorgio Morandi e Bologna



 

 
 

Giorgio Morandi e Bologna
Come spesso accade, per comprendere un’artista bisogna visitare i luoghi dove ha vissuto. Così è per Giorgio Morandi, uno dei maggiori pittori del nostro Novecento, legato indissolubilmente alla sua città, Bologna, dalla quale si allontanò solo per brevissimi periodi.
Giorgio Morandi nasce a Bologna nel 1890 e nonostante sostenga gli studi in Accademia, approfondisce la conoscenza delle arti grazie alla visione dei grandi contemporanei (Cèzanne e gli impressionisti su tutti).

Attraverso un lento maturare di idee ed un contatto stretto con la grande arte italiana, giunge poco più che ventenne alla formazione dello stile che, con poche modifiche, lo caratterizzerà per sempre. La classica semplicità della sua pittura si scontra con le Avanguardie che nello stesso periodo iniziavano a prendere voce e a maggior ragione con i proclami del futurista Marinetti che inneggiava alla fine dei “ritrattisti, paesaggisti, montagnisti, internisti e laghettisti”. Nonostante la differenza all’atto pratico, gli intenti dei due sono gli stessi: creare un nuovo linguaggio che si adattasse alla modernità e sostituisse il gusto accademico e provinciale che ancora agli inizi del Novecento imperava in Italia.

Dalla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale torna con la necessità di trovare dentro di sé un mondo che era stato distrutto dalla violenza della guerra. Con questo intento e grazie alla collaborazione con i metafisici nasce il suo stile: interiorità, contemplazione dell’arte, silenzio trovano sfogo in una produzione di nature morte che assottigliandosi e quasi smaterializzandosi nell’aria che le circonda rispecchiano lo stato d’animo dell’Artista. Gli oggetti non sono più una rappresentazione del reale, ma immagini nella mente dell’artista, simboli di distacco e sospensione che si manifestano nell’osservazione dell’eterno presente.

Nonostante i numerosi riconoscimenti internazionali e la fama raggiunta negli anni, Morandi non lasciò mai Bologna. Lo studio di Via Fondazza, che l’artista non volle mai far fotografare durante il suo lavoro, diventa con gli anni parte integrante del suo fare arte: gli oggetti venivano disposti a seconda del quadro da eseguire e in mondo che potesse fare prove di colore. Visitando la studio ritroviamo gli oggetti resi famosi dal suo pennello, spesso riorganizzati come fossero prove per una presa dal vivo. Il Comune della città ha rilevato la Casa Morandi, aperta al pubblico il 17 ottobre 2009 con l’intenzione di farne un ambiente della memoria per un progetto di valorizzazione del lavoro dell’artista. La Casa ripercorre la vita del pittore, sia nel suo rapporto con l’abitazione stessa, sia nei rapporti del pittore con l’esterno: con le Avanguardie, con gli altri artisti, con critici.

Proprio per lo stretto rapporto che intercorse tra l’artista e la sua abitazione, rendere pubblico questo luogo è un passo importante per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, e un indiscutibile mezzo per la conoscenza del pittore. Ritrovare le atmosfere che hanno permesso la creazione di un’opera ci introduce nel segreto mondo di Morandi. La Casa è stata riorganizzata in modo da farci percepire la presenza del pittore: gli oggetti fuori posto, i pennelli e i colori..è quel tocco di vita che rende questo luogo più che un museo e lo fa avvicinare ad un appartamento ancora vissuto. Così ci rendiamo conto di quanto, nel lavoro, nelle idee e nel vivere, fosse più vicino alle Avanguardie di quanto non sembri alla sola vista dei dipinti e quanto tutto ciò si avvicini ad un concetto quasi futurista del rendere pubblica l’arte.

Fotografie e installazione audio-video impreziosiscono poi la visita rendendo immediato l’apporto culturale; ad aggiungere valore alla Casa Morandi è la presenza, nella stessa, di un cospicuo gruppo di opere dell’artista e della sua collezione personale di arte antica e degli arredi di famiglia, oltre che una biblioteca aperta su appuntamento.
Ricordo che oltre alla Casa museo la città di Bologna ha aperto nel 1993 anche il Museo Morandi, nel quale è visibile il più cospicuo gruppo di opere dell’artista grazia ad una donazione della sorella. Il Museo ospita inoltre mostre temporanee di arte contemporanea.
Per l’impegno e la maniera in cui è stata rimessa in vita è un dovere per tutti gli appassionati d’arte approfittarne.

Rebecca Mombelli

info
GIO-SA-DO 11-16 ingresso gratuito
Per visite guidate: MAMbo 051 6496652
mamboedu@comune.bologna.it
www.mambo-bologna.org/museomorandi



Rebecca Mombelli
Rebecca Mombelli, diplomata al liceo classico frequenta la
facoltà di lettere moderne con indirizzo storico-artistico dell'Università di Pavia.
Ha collaborato con giornali studenteschi con recensioni e
pagine culturali e con associazioni culturali .
Interessata alla didattica museale ha frequentato il Laboratorio Bruno Munari di Milano, collaborando per
uscite didattiche ad alcune mostre d'arte con scuole elementari.

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